Comincia tutto con l’ambizione – o meglio, l’intuzione – di dare all’educazione fisica e allo sport il posto che si meritano nel cuore della società moderna. Pierre de Coubertin prende ispirazione dal modello anglo-sassone che ha studiato per molti anni, così da permettere alla Francia – sulle ginocchia dopo i conflitti del 1870 – di recuperare importanza nello scacchiere internazionale europeo. Soltanto un ostacolo, un gradino, divide le attività nei giardini scolastici dai Giochi Olimpici e dall’internazionalizzazione dello sport, e il Barone de Coubertin lo supera senza battere ciglio.
“Quando pensai di riorganizzare i Giochi Olimpici mi presero per pazzo”, disse in seguito. Eppure, la rinascita dei Giochi resta il punto più alto per gli appassionati di storia e di sport che hanno dedicato la loro vita all’educazione. Dall’appello lanciato all’Università della Sorbona nel 1892 ai primi Giochi dell’era moderna, organizzati quattro anni dopo ad Atene, il movimento cresce a velocità sempre maggiore. La visione di un singolo uomo raggiunge vette che nessuno avrebbe potuto mai immagnare.